Le epatopatie nei cani
Le cause delle patologie epatiche nei cani sono numerose e di varia natura. Le epatopatie canine possono essere distinte principalmente in malattie a eziologia infiammatoria e non infiammatoria, con quelle di origine infiammatoria ulteriormente suddivise in malattie provocate da organismi infettivi (ad es., epatite infettiva, piroplasmosi, babesiosi, leptospirosi, leishmaniosi), malattie non infettive (ad es., epatite cronica, fibrosi e cirrosi) ed epatopatie indotte da farmaci o tossine. Le patologie non infiammatorie più comuni comprendono shunt portosistemico, epatopatia da accumulo di rame (più frequente nei Bedlington terrier) e neoplasia epatobiliare. Nei cani, le forme croniche sono più diffuse di quelle acute. Poiché gli enzimi epatici sono spesso elevati per cause diverse da una malattia primaria a carico del fegato, l'effettiva prevalenza delle epatopatie canine è difficilmente quantificabile; va segnalato tuttavia che recenti studi hanno riscontrato una prevalenza pari all'1,24% in un ospedale universitario europeo, con prevalenza dell'epatite cronica determinata post mortem di circa il 12%.
IL RUOLO DELLA DIETA NELLE PATOLOGIE EPATICHE CANINE
Tenuto conto della centralità del fegato nei processi di digestione, assorbimento, metabolismo e immagazzinamento di molte sostanze nutritive nell'organismo, il sostegno nutrizionale è fondamentale nel trattamento dei cani affetti da patologie epatiche, perché può rallentare la progressione della malattia e migliorarne i segni clinici.
Le patologie epatiche croniche provocano malnutrizione per il minore apporto nutritivo associato ad anoressia e nausea, nonché per la cattiva digestione e assimilazione dei cibi spesso correlata a fibrosi epatica e ipertensione portale
1. È stato dimostrato che la malnutrizione ha un impatto negativo considerevole sulla prognosi dei pazienti epatopatici
2 e pertanto la prevenzione della malnutrizione e il mantenimento di un peso corporeo ottimale dovrebbero essere i principali obiettivi nutrizionali di una dietoterapia epatica. Questi obiettivi possono essere raggiunti con la somministrazione di una dieta molto appetibile e ad alto valore energetico. L'aggiunta di acidi grassi a media catena, lipidi che non richiedono sali biliari o un fegato totalmente funzionante per essere digeriti e assorbiti, è una valida alternativa per garantire il giusto apporto energetico ai cani epatopatici.
In secondo luogo, la dietoterapia delle patologie epatiche canine dovrebbe mirare a ridurre l'accumulo di rame nei pazienti a rischio. Le diete a basso tenore di rame sono consigliate per le razze con predisposizione nota all'accumulo epatico (soprattutto i Bedlington terrier) e per i cani con anomalie diagnosticate nei livelli di rame presenti nel fegato. La restrizione dell'apporto dietetico non ridurrà il rame già accumulato, ma abbinata ai chelanti del rame dovrebbe facilitarne l'eliminazione e impedirne così l'ulteriore accumulo.
Una funzionalità epatica ridotta può anche tradursi in un declino delle riserve di glicogeno e lipidi, con conseguente incremento del catabolismo delle proteine muscolari per soddisfare la costante richiesta di energia. Dato che il 50% circa dell'ammoniaca presente nell'organismo viene temporaneamente immagazzinato nei tessuti muscolari e che i tessuti muscolari sono le principali sedi extraepatiche di detossificazione dell'ammoniaca, il deperimento muscolare può rafforzare l'iperammoniemia e l'encefalopatia epatica
3. La terapia dietetica delle epatopatie deve pertanto porsi come altro importante obiettivo garantire un apporto proteico adeguato per preservare la massa muscolare, senza però eccedere la capacità del fegato di prevenire l'accumulo di metaboliti tossici e la conseguente insorgenza di encefalopatia epatica. Anche le fonti proteiche hanno la loro importanza. I cani con shunt portosistemico possono sopravvivere più a lungo e con una sintomatologia più lieve se alimentati con proteine di origine vegetale o del latte
4. È stato dimostrato che una dieta a base di soia nei cani affetti da shunt portosistemico porta a una riduzione delle concentrazioni di ammoniaca a digiuno
5.
Infine, la dietoterapia nei pazienti epatopatici dovrebbe mirare a facilitare la rigenerazione delle cellule epatiche grazie all'apporto di sostanze nutritive ad azione epatoprotettiva (come lo zinco6), placare l'infiammazione (ad es., con gli acidi grassi Omega-3 a lunga catena
7) e contribuire alla riduzione dei danni ossidativi
6 (ad es., con gli antiossidanti come la vitamina C e la vitamina E).
VANTAGGI CLINICI DERIVANTI DALL’UTILIZZO DI CANINE HP HEPATIC MANAGEMENT
Canine HP Hepatic Management è una dieta espressamente formulata per soddisfare le specifiche esigenze dei cani affetti da patologie epatiche:
- Fonti selezionate e livelli adeguati di proteine per ridurre l'accumulo di tossine e salvaguardare la funzionalità epatica.
- Moderati livelli di proteine (19%) per apportare al cane tutti gli aminoacidi necessari a prevenire il catabolismo, senza aumentare il rischio di encefalopatia epatica (EE). Apporto proteico adeguato alla crescita dei cuccioli di età superiore a 14 settimane.
- Le fonti di proteine sono farina di soia, mais, uova e polpa di barbabietola (62% vegetali, 33% uova) per soddisfare il fabbisogno del cane, riducendo il rischio di EE. La somministrazione di una dieta a base di soia si è dimostrata efficace nel ridurre l'ammoniaca a digiuno nei cani con shunt portosistemico.
- Meno rame per ridurre l'accumulo epatico.
- Dieta ad alto potere energetico e quindi indicata per lo stato ipercatabolico perché facilita il mantenimento del giusto peso corporeo e previene l'eccessivo catabolismo tissutale.
- Acidi grassi a media catena per agevolare la digestione dei lipidi.
- Acidi grassi Omega-3 a lunga catena per contrastare le infiammazioni.
- Con aggiunta di fibre alimentari e prebiotici (radice di cicoria) per ridurre il riassorbimento e la produzione di ammoniaca nell'intestino crasso.
- Arricchita con zinco per ridurre il rischio di carenza associato alle patologie epatiche.
- Indicata per i cuccioli di oltre 14 settimane d'età.
- Molto appetibile per incoraggiare l'assunzione di cibo, favorire la compliance del paziente e prevenire la malnutrizione.
- Elevati livelli di antiossidanti (Vitamina C ed E) per proteggere i tessuti epatici e rallentare la progressione dell'epatopatia.
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